I report di Gianni Savorelli
Giugno 2012


Parasitol Res. 2011 Sep

Comparison of the energetic stress associated with experimental Nosema ceranae and Nosema apis infection of honeybees (Apis mellifera).
Martín-Hernández R, Botías C, Barrios L, Martínez-Salvador A, Meana A, Mayack C, Higes M. Source Bee Pathology Laboratory, Centro Apícola Regional, JCCM, San Martín s/n, 19180 Marchamalo, Guadalajara, Spain.
Abstract
Nosema ceranae è un patogeno che si può definire nuovo e che è attualmente molto diffuso nel mondo intero è che provoca una nuova forma di nosemiasi . Rispetto al Nosema apis, che ha infettato le api per molto più tempo N. ceranae sembra decisamente molto meno coevoluto col suo nuovo ospite causando una patologia ben più virulenta.Dato che N. apis e N. ceranae sono parassiti intracellulari obbligati che necessitano delle strutture biologiche dell'ospite per potersi riprodurre, lo stress energetico che la riproduzione del patogeno produce può essere un importante fattore che contribuisce alla virulenza della patologia . Utilizzando esperimenti di nutrizione di api in gabbiette si è dimostrato che sia la mortalità che il consumo di carboidrati risulta più elevato nel caso di infezione da ceranae rispetto a quello che avviene con nosema apis che è ovviamente maggiore di quello che avviene nelle api sane.
Per entrambe le specie di microsporidia la mortalità e il consumo di carboidrati aumenta in funzione dell aumento della quantità di spore presente, ovvero somministrate per infezione artificiale .( il che significa che non potendo essere eradicata la patologia è necessario mantenerla al più basso livello di presenza possibile con opportune strategie ndt) .Le differenze di richiesta energetica osservata per le due specie di nosema confermano che il loro metabolismo non è lo stesso e da questo può dipendere la criticità della parassitizzazione dell'ospite e della patologia.
Le ripercussioni di questo aumento di stress energetico possono anche spiegare i cambiamenti di comportamento dell' ospite dovuti alla fame ovvero mancanza di capacità termoregolatoria e aumento dell attività di trofallassi che ha come conseguenza un aumento di trasmissione del patogeno fino a concludersi con la morte dell' ape . .


Pol J Vet Sci. 2011

A comparison of the effectiveness of the microscopic method and the multiplex PCR method in identifying and discriminating the species of Nosema spp. spores in worker bees (Apis mellifera) from winter hive debris.
Michalczyk M, SokóB R, Szczerba-Turek A, Bancerz-Kisiel A.
Abstract
L' obbiettivo di questo studio è stato comparare l' efficacia di PCR e del tradizionale microspocipio ottico nella identificazione e discriminazione delle specie di Nosema spp. presenti nelle api recuperate morte dal fondo degli alveari durante l'inverno nelle regioni di Warmia e Mazury (NE Poland). UN totale di 1000 api morte raccolte dal fondo degli alveari è stato analizzato . La verifica al microscopio ha rivelato la presenza di spore di nosema in 803 campioni (80.3%). Nosema ceranae è risultato presente in 353 campioni positivi (43.96%), Nosema apis in 300 campioni (37.35%), con 150 campioni che hanno presentato infezione mista (19.67%). L analisi PCR ha rivealato 806 campioni infetti da Nosema spp., dei quali 206 affetti soltanto da Nosema ceranae, 600 con infezione mista e nessuno infetto solamente da Nosema apis. I risultati dello studio dimostrano che Nosema ceranae è ormai la specie predominante nelle regioni studiate di Warmia and Mazury.( nonostante le condizioni climatiche fredde , condizioni che si pensava fossero alla base della bassa diffusione del ceranae osservata finora in germania ndt ) .


Apidologie * INRA, DIB-AGIB and Springer-Verlag, France, 2011

Sopravvivenza , tolleranza alle patologie e performance delle famiglie dipendono da specifico adattamento all'ambiente ?
Bachler, M. Meixner IL problema della perdita di famiglie è mondiale e criteri di selezione errati oltre all'uso di api mal adattate all'ambiente possono contribuire in maniera negativa alla situazione instabile .In conseguenza uno dei gruppi di lavoro del COLOSS network (www.coloss.org) ha cercato di comprendere le caratteristiche di biodiversità e vitalità delle api europee. Ne è risultato , in accordo coi risultati preliminari , che il genotipo e il suo adattamento a ll'ambiente hanno effetti essenziali sulle caratteristiche di benessere delle famiglie. Di conseguenza, la conservazione della diversità delle api e il supporto alle attività di allevamento locali devono essere incentivate allo scopo di prevenire perdite di famiglie conseguenti alla mancanza di adattamento ai continui cambiamenti ambientali .Perciò oltre a mogli e buoi dei paesi tuoi , anche api dei paesi tuoi.
Semi conciati con Clothianidin in pozzanghere o umidità stagnante -un rischio potenziale per le api ?Eichmann, K. Wallner
Dopo la semina e nel corso delleprime fasi di crescita delle piante , la pioggia o umidità stagnante , inevitabilmente causa pozzanghere in prossimità delle coltivazioni che le api possono utilizzare come fonti di raccolta di acqua.Si è perciò analizzato a quale livello di principio attivo si può arrivare nelle condizioni menzionate e se queste possano costituire un pericolo per le bottinatrici di acqua. Clothianidine è stato rinvenuto in tutte le condizioni di esperimento a concentrazioni superiori a quelle pericolose per l'ape di 100 μg/litro. Se i semi non sono interrati , ma sulla superficie del terreno la concentrazione può arrivare a 200–2500 μg/litro e può essere c onsiderata un potenziale pericolo per le api raccoglitrici di acqua.
I residui di imidacloprid nelle acque di superficie possono possono causare perdite di api
Blacquire, A. Visser Non sono stati osservati effetti negativi causati dalla presenza di imidacloprid nelle acque di superficie per quel che riguarda la sopravvivenza delle api in Olanda. Possibili interazioni fra imidacloprid e altri fattori che possono avere effetti determinanti sulla vitalità delle famiglie di api non sono stati considerati nel presente studio.
Prima dimostrazione di trasmissione fecale-orale di Nosema ceranae.
La diffusione di Nosema apis avviene in maniera fecale-orale. Per Nosema ceranae, la defecazione all'interno dell'alveare e la successiva ingestione delle stesse risulta essere inusuale. Nel giugno del 2010, nucleetti di 2000 con regina vergine sono stati costituiti . 5 di questi hanno ricevuto 4 favi con escrementi contenenti spore di Nosema ceranae spores. IL successivo sviluppo di Nosema ceranae è stato monitorato. Per rivelare l'impatto dell'ingestione delle spore api sane di differenti età sono state nutrite in laboratorio con spore di N. ceranae e N. apis spores.
Già dopo 7 giorni dalla costituzione su favi infetti , Nosema ceranae è stato rinvenuto sul 7 ± 6% delle api delle famiglie contaminate. Successivamente il livello di infezione è aumentato al 45 ± 15%. La maggioranza delle api infette ha mostrato intensità di infezione molto pesante.
Le famiglie di controllo adiacenti non hanno mostrato api infette. Per la prima volta è stato provato che anche N. ceranae viene trasferito per via fecale -orale . Indipendentemente dalla sua età ogni ape che ingerisce spore risulta sensibile all'infezione .
Longevità di operaie nutrite con polline di mais
Le api usualmente raccolgono polline di differenti piante ma in condizioni di agricoltura intensiva la loro unica scelta può essere la monocultura presente. Ma le api sono realmente in grado di sopravvivere con dieta derivata da un unico tipo di polline ?Si è osservata la longevità delle api nutrite unicamente con polline di mais per tutta la durata della loro vita. Questa dieta è sbilanciata “ha un impatto negativo sulla longevità delle operaie . I risultati suggeriscono anche che le api adulte possono riuscire a compensare gli effetti della dieta sbilancita se ricevono un'adeguata dieta nella fase di sviluppo larvale.
Beta acidi di luppolo per il controllo della varroa.studio di laboratorio
L'uso di acidi del luppolo come possibile principio attivo di medicinali per la lotta alla varroa è stato testato in condizioni di laboratorio.Si è testata la tossicità acuta di alfa e beta acidi su Apis mellifera e Varroa destructor sia con applicazione orale che con applicazione dermica per contatto. I dosaggi testati per gli alfa acidi: dermica (5 μl) -orale (10 μl) , 25 e 50 μg; per beta acidi: dermica 25, 37.5 e 50 μg, oral 50, 75 e 100 μg.
Gli alfa acidi del luppolo risultano ben tollerati dalle api e anche dalla varroa che non risulta subire particolare tossicità . Questi acidi non sono dunque adatti allo scopo.
La tollerabilità dei beta acidi per le a pi dipende dal modo di applicazione . A seguito di applicazione orale la mortalità aumenta in relazione al dosaggio in maniera significatica a 100 μg di sostanza. L'applicazione dermica dei beta acidi è ben tollerata ai dosaggi testati: a 37.5 e 50 μg, la mortalità di api non è diversa dal controllo .Per contro la mortalità di varroa a seguito di applicazione dermica di questi dosaggi risulta dall' 85.1% al 97.7%.
Beta acidi di luppolo per il controllo della varroa.studio di campo.
Sono state testate in campo striscie contenenti beta acidi del luppolo per il controllo della varroa ( HopGuard® strips -active ingredient beta acids). Lo studio è stato effettuato nel dicembre 2010 su colonie in condizione di assenza di covata e con p opolazione di circa 5000 api per famiglia. A seguito del trattamento la mortalità di varroa è risultata superiore al 60% dopo 24 h dall'applicazione ,mentre dopo 96 ore dall'applicazione ha superato l' 80%. IN 17 giorni di applicazione è stata raggiunta una media di efficacia del 93.5% (min. 89.5%, max. 100%) was achieved 17 days after strip insertion. La mortalità di api è risultata in media del 7.2% (min. 1.1%, max. 13.9%). La registrazione del medicinale sembra possibile in europa per il periodo 2012/13.
Effetti subletali di acido ossalico su Apis mellifera: cambiamenti nell'ingestione di cibo.
S. Schneider, E. Rademacher (Freie Universität Berlin, Institut für Biologie, Neurobiologie, Konigin-Luise-Straße 28/ 30, 14195 Berlin) Gli effetti subletali dell'acido ossalico sono stati ormai ampiamente studiati . Tra questi, sono descritti danni permanenti agli organi digestivi delle api adulte. Questo può influenzare l'assunzione dei nutrimenti dell'ape ( e perchè no accentuare gli effetti di nosema ceranae ). In esperimenti in gabbietta è stata studiata la capacità di ingestione di cibo di A. mellifera a seguito trattamento con ossalico: 5 μl di soluzione di ossalico diidrato al 3.5%,( peso in volume ) in sciroppo di zucchero al 50% ( peso in peso ) è stato applicato sull'addome delle api in ragione di 175 μg/bee.
IL peso degli organi ( borsa melario , stomaco mediano e stomaco posteriore ) delle api trattate con ossalico è risultato inferiore a quello rinvenuto nelle api di controllo . Le api trattate ingeriscono anche meno sciroppo di zucchero . E' stata osservata anche una diminuzione di attività . Il trattamento con ossalico al 3.5% produce effetti sub letali sulle api : riduzione dell'ingestione di cibo e vitalità . L'ingestione inferiore di cibo può indicare cambiamenti nel metabolismo che si ripercuotono nel livello di attività delle api trattate .
Trasmissione orizzontale di Nosema attraverso trofallassi?
Le api possono infettarsi da N. ceranae in conseguenza dell'ingestione di feci contaminate , miele o polline( contaminati ) .Un'altra potenziale via di trasmissione del patogeno potrebbe essere lo scambio del contenuto contaminato della borsa melaria. In laboratorio si è investigato per quanto tempo dopo l'assunzione di cibo contenente spore, un'ape può costituire fonte di infezione. In aggiunta si è studiata la presenza di spore di Nosema nella borsa melaria di bottinatrici di nettare il volo.
Perciò api appena nate sono state nutrite con 20 μl di sciroppo di zucchero contenente 130.000 spore di N. ceranae.
Inoltre 50 bottinatrici sono state catturate di fronte all'alveare e il nettare testato per la presenza di spore.
Si è potuto determinare che il trasporto di spore nel ventricolo comincia entro 15 minuti dalla loro ingestione .A 30 min dall'ingestione la presenza di spore nella borsa melaria comincia a diminuire da una media di the sporecount in the crop 72.000 per arrivare a 0 spore a 24 h. Dopo 8 h dall'ingestione il 95±3% delle spore è localizzata nel ventricoluso. Nell'arco delle 24 h il 92 ± 8% delle spore risultano accumulate nel retto .
Solo una di 21 bottinatrici di nettare , inizialmente positive a N. ceranae, è risultata contenere spore nella borsa melaria dopo 24 ore. Ciò dimostra che in 24 h le spore passano attraverso il sistema gastrointestinale. Questo potenzialmente riduce il trasferimento dell'infezione per trofallassi per almeno 24 h. Il nettare della borsa melaria di una bottinatrice infetta sembra non servire da sorgente di infezione attraverso trofallassi .



L’importanza della qualità del miele per la salute delle api

Sono stati recentemente pubblicati diversi lavori di ricerca che spiegano diverse cose sulle capacità antimicrobiche del miele . Questo fatto è stato considerato per diversi anni poco più che una curiosità , ma si sta rivelando uno degli elementi essenziali di resistenza alle patologie da parte degli alveari ovvero del sistema immunitario sociale . Nei fatti ,la singola ape ha un sistema immunitario “ ridotto” rispetto agli insetti individuali . Per questo motivo , allo scopo di impegnarlo il meno possibile è bene se all’interno della città delle api vi sono delle azioni di disinfezione per la riduzione della quantità di patogeni presenti. Per questo scopo è utilizzato il propoli e sui favi e sui corpi delle api il veleno d’ape . Rimane poi la disinfezione delle scorte di miele . E’ facile intuire che esattamente come per gli esseri umani se le api utilizzano miele sterile sarà meno probabile avere problemi dai patogeni.
In questo senso è stato ormai osservato che le capacità di disinfezione del miele non sono costanti , ma variano a seconda del raccolto disponibile alle bottinatrici, inteso anche come polline.

Dalla ricerca di Brudzynski, è altri si apprendono non poche cose di notevole interesse . Una delle sostanze maggiormente attive come disinfettante nel miele è il perossido di idrogeno che è prodotto a partire dall’enzima glucosio ossidasi . Il Glucosio ossidasi è introdotto nel miele dalle bottinatrici già durante la raccolta del nettare Questo enzima è presente in qualsiasi miele , ma la sua concentrazione differisce da miele a miele in maniera dipendente DALL’ETA’ E DALLO STATO DI SALUTE DELLE BOTTINATRICI (Pernal and Currie, 2000) così come dalla RICCHEZZA E DIVERSITA’ DELLA DIETA BOTTINATA (Alaux et al., 2010). E’ facile capire che famiglie sane che bottinano in condizioni di abbondanza producono miele con caratteristiche tali da costituire le premesse , a livello di disinfezione , per il mantenimento del buon stato di salute della famiglia . Al contrario Famiglie deboli che raccolgono male possono solo creare le premesse per stare sempre peggio. In questo senso si consideri che lo spostamento di favi di miele da un alveare all’altro non è solo eventuale spostamento di patogeni ma anche di resistenza a questi oppure vulnerabilità.

Il miele è in realtà un ambiente chimico complesso che consiste di più di 100 differenti componenti ( inclusi antiossidanti e tracce di metalli ) in cui l’interazione tra questi componenti e il perossido di idrogeno può influenzare la sua azione ossidativa ( disinfettante ) . L’azione ossidante del perossido di idrogeno del miele sulle cellule dei patogeni può essere modulata dalla presenza di altre molecole bioattive nel miele e differisce dall’azione del solo perossido di idrogeno. La sinergia di queste sostanze più o meno presenti nel miele lo porta in diversi casi o degradare il DNA dei patogeni. Non tutti i mieli mostrano però attività di degradazione del DNA ,ovvero azione su spore, virus e funghi ( nosema, calcificata ).E’ necessaria una certa quantità di perossido di idrogeno. La minore concentrazione di perossido di idrogeno necessaria nel miele per degradare il DNA fa fortemente supporre che l’effetto di ossidazione del perossido di idrogeno sia aumentato da altri componenti del miele ,segnatamente metalli. Questi studi fanno capire quanto l’ambiente sia importante per la salute delle api e anche come sia necessario aggiornare molti concetti relativi alle questioni sanitarie dell’apicoltura.

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