I report di Gianni Savorelli
Luglio 2012


J Exp Biol. 2012 Jan 15;215(Pt 2):264-71.

Evidence for damage-dependent hygienic behaviour towards Varroa destructor-parasitised brood in the western honey bee, Apis mellifera.
SchÃning C, Gisder S, Geiselhardt S, Kretschmann I, Bienefeld K, Hilker M, Genersch E.
Abstract
L'ectoparassitia Varroa destructor e virus delle api patogenici risultano implicati nelle recenti mortalità di famiglie di api .Diversi studi hanno mostrato che la combinazione di V. destructor e virus delle ali deformate (DWV) costituisce una minaccia particolarmente seria per la salute delle api . L'acaro trasmette forme virulente di DWV e con questo può causare infezioni fatali da DWV nelle api in via di sviluppo , mentre pupe parassitizzate da acari che non inducono o attivano aperta infezione da DWV possono svilupparsi normalmente.Le api adulte rispondono alle problematiche della covata rimuovendo quella malata.Questo comportamento igienico è una parte essenziale del repertorio immunitario delle api e può avvenire anche per covata infestata da varroa. Non è¨ però ancora chiaro se le api reagiscano alla presenza della varroa nella cella o piuttosto al danno provocato alla covata.
Abbiamo ipotizzato che sia la dimensione del danno associato alla presenza di varroa piuttosto che la mera presenza di varroa a far iniziare il comportamento igienico .Studio del comportamento igienico realizzato con acari caratterizzati da differente potenziale di trasmissione di aperta infezione da DWV hanno rivelato che la covata parassitizzata da acari virulenti ovvero acari con alto potenziale di indurre infezioni fatali da DWV nelle pupe parassitizzate viene rimossa significativamente più spesso rispetto alla covata parassitizzata da varroe meno virulente (acari con basso potenziale di indurre aperte infezioni da DWV) o covata non parassitizzata. Le analisi chimiche del profilo odoroso della covata suggeriscono che le api riconoscono le larve con problematiche sanitarie serie attraverso stimoli olfattivi . .


Journal of Applied Microbiology Volume 112, Issue 1, pages 15-24, January 2012

Honeybee glands as possible infection reservoirs of Nosema ceranae and Nosema apis in naturally infected forager bees
T.R. Copley, S.H. Jabaji
Abstract
Si è voluto determinare se Nosema ceranae e Nosema apis sono presenti in differenti tessuti delle ghiandole delle api e monitorare la presenza e quantità di spore in queste ghiandole in alveari naturalmente infettati. Methods and Results-Le spore di Nosema spp. sono state quantificate utilizzando duplex quantitative real-time PCR nelle ghiandole salivari, ipofaringee, mandibolari per un periodo di 8 mesi . Entrambe le specie di Nosema risultano presenti in tutte le ghiandole sia come specie singole che come presenza contemporanea. Nosema ceranae è risultato prevalente nel corso degli otto mesi di studio.
E' stato possibile determinare una correlazione tra il livello di spore presente nelle ghiandole e quello presente negli intestini delle bottinatrici.
Conclusioni:Nosema ceranae e N. apis non sono specificamente presenti in determinati tessuti e le ghiandole delle api sono potenzialmente utilizzabili come indicatore dell'intensità di infezione .
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Virus della cella nera della regina ( BQCV ) e problematiche sanitarie della covata.
Black queen cell virus ovvero virus della cella reale nera è stato isolato da Bailey e Woods nel 1977. Il nome gli deriva dall’essere stato rinvenuto in larve e prepupe opercolate di regina che presentavano il caratteristico annerimento delle pareti della cella. Si ritiene che il BQCV infetti principalmente le regine , ma potrebbe non essere così. Le larve infettate assumono un caratteristico pallore giallognolo che può ricordare i sintomi della peste europea. Viene riportato ( Chen 2011 ) che anche le operaie possono essere infettate dal BQCV , ma che NORMALMENTE non mostrano sintomi apparenti.
Dal lavoro di Chen risulta dimostrato che il BQCV è , dopo il virus delle ali deformate DWV, il virus più presente negli alveari.
Negli alveari , la comparsa di situazioni sintomatiche derivanti da BQCV risulta collegata alla presenza di Nosema . Quando l’incidenza di Nosema è più alta in primavera ed estate , l’infezione da BQCV risulta maggiormente prevalente ( presente ) nelle api ( Bailey 1081) . Lo stesso Bailey ha osservato (1982) che il BQCV si moltiplica rapidamente nelle api adulte infette da Nosema. Si ritiene che siano le nutrici a trasmetterlo alle larve reali e anche alla covata da operaia attraverso le secrezioni ghiandolari ( pappa etc. ) [Bailey 1982] che costituiscono la nutrizione.
Il Nosema infetta i tessuti dello stomaco delle api adulte aumentando la suscettibilità del canale alimentare alle infezioni da BQCV.
Anche la Varroa può in certi particolari casi risultare vettore del Virus BQCV .
In alcune zone d’Italia sono state osservate consistenti problematiche alla covata , apparentemente simili alla peste europea.
I test effettuati hanno fatto rilevare nella covata morta unicamente la presenza del virus BQCV.
Curiosamente la patologia sembra attenuarsi spostando le api ( ovvero cambiando in meglio le fonti alimentari ) .
Ci si può trovare di fronte a un quadro sanitario nuovo e molto particolare che avrebbe necessità di essere studiato in maniera approfondita. A lume di naso si può avanzare la seguente ipotesi . La presenza del Nosema ( che potenzialmente può essere attenuato con migliore nutrizione proteica ) porta ad un consistente sviluppo del virus BQCV nelle api adulte ( forse anche in conseguenza di particolare veicolazione da parte della varroa ). L’elevato carico virale presente sulle nutrici viene trasferito alla covata che non sembra essere dotata di elementi di resistenza.
L’incidenza della problematica sanitaria potrebbe perciò essere ridotta da minor presenza di nosema ( ottenibile con adeguati trattamenti ) , miglior alimentazione proteica delle api , minor livello di presenza virale ( ottenibile con adeguati trattamenti ) e minor livello di presenza di varroa ( ottenibile con adeguati trattamenti ) . .


J Comp Physiol A Neuroethol Sens Neural Behav Physiol. 2012 Jan 18.

The pheromones of laying workers in two honeybee sister species: Apis cerana and Apis mellifera.
Tan K, Yang M, Wang Z, Radloff SE, Pirk CW.
Abstract
Quando un alveare perde la regina le operaie sviluppano i loro ovari e alcune iniziano a deporre uova . Questa modificazione è accompagnata da una parallela modifica del bouquet feromonale che diviene molto più simile a quello tipico della regina. Nell'Apis cerana è osservabile una attivazione ovarica molto alta. E' stato possibile dimostrare che in entrambe le specie i componenti feromonali della regina HOB, 9-ODA, HVA, 9-HDA, 10-HDAA e 10-HDA risultano molto più presenti nelle operaie deponenti che in quelle non deponenti . .


Biologia Volume 67, Number 1, 200-211, DOI: 10.2478/s11756-011-0153-8

The role of probiotics and natural bioactive compounds in modulation of the common molecular pathways in pathogenesis of atherosclerosis and cancer
Jaroslav Klaudiny, et al.
Abstract
La pappa da operaie larval jelly (LJ) contiene peptidi antimicrobici defensin1 che sono in grado di in vitro la crescita di patogeni come la peste americana (AFB). Questo fatto suggerisce che LJ defensin possa essere parte integrante delle difese dell'alveare contro la peste americana.Si può ritenere che il ptenziale di efficacia in vivo possa dipendere dalla quantità presente nella pappa da operaie. L'espressione di defensin negli alveari è risultata variare da 0.159 a 0.524 μg/mg jelly.Alcune famiglie risultano in grado di produrne decisamente più di altre . .


Arch Virol. 2012 Jan 19.

Infection of honey bees with acute bee paralysis virus does not trigger humoral or cellular immune responses.
Azzami K, Ritter W, Tautz J, Beier H.
Abstract
Si è studiata la risposta delle api in differenti stadi di vita a infezioni controllate da virus della paralisi acuta e identificato l'emolinfa della larva infetta come il compartimento di propagazione massiccia del virus. L'ape risponde alle infezioni batteriche , mentre i meccanismi di difesa dai virus di basano sul RNA interferenza. In questo studio si è determinato che le api , sia adulte che covata , non producono reazione immunitaria umorale a seguito infezione da ABPV. Le api infette da ABPV non producono neppure specifici peptidi antimicrobici (AMPs), ne qualsiasi attività generale antimicrobica .In più, le api adulte non producono reazioni di nodulazione . .


Probiotics and antimicrobial proteins.pdf


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