Daniello Bartoli

         Daniello BARTOLI (Ferrara, 1608 - Roma, 1685)
Fin da giovane entrònell’ordine dei Gesuiti, di cui divenne lo storiografo ufficiale (Istoriadella Compagnia di Gesù, 1650-73). Considerato a lungo uno deipiù brillanti prosatori italiani, scrisse numerose opere moralie relazioni di viaggio.
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da La ricreazione del savio,I 12
 

[…] darà volta il verno, e col nuovo sole verrà nuovastagione e venticelli tiepidi e piogge dolci; e la morta e seppellita cipollarisorgerà e partorirà, la gravida senza seme, e tal operane vedrete, che miracolo se non vi verran su la lingua le parole di Quintiliano:Quisnon stupeat hoc fieri posse sine manibus? Nulla interveniente doctrinahanc artem nasci? [“Chi non stupirebbe che ciò possa avveniresenza intervento delle mani? Che quest’arte nasca senza l’intervento dialcuna conoscenza teorica?”] E disselo d’un lavoro per artificio e peringegno incomparabilmente inferiore a questo d’un tulipano: cioèdi quel che tanto ammirò anche il teologo san Gregorio Nazianzeno,che le pecchie ne’ loro alveari lavorino senzamani e allo scuro i lor fiali ingraticolati e con que’ fori dove ripongonoil miele, tutti a sei angoli e a seilati: come dotte in geometria sapessero che, tra le figure che riempionlo spazio e sono d’ugual circuito, la sessangolare è la piùcapace: onde in fine esclama per maraviglia: Quis Euclides lineis,quae nusquam sunt, contemplandis intentus, et in demonstrationibus sollicitelaborans, haec posset imitari? [“Quale Euclide, intento a contemplarelinee che non sono da nessuna parte e affaticandosi con cura nelle dimostrazioni,potrebbe imitare queste opere?”].