Varrox: ossalico  fatto  evaporare nei mesi "invernali" ?

Varros o varrox?

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Ossalico in inglese si scrive oxalic. Ciò spiega perché la casa produttrice abbia chiamato così questo  prodotto contro la varroa: Varrox

Noi italiani potremo chiamarlo pure  varros.salico

Prima osservazione:

Franco di Pescara ( che saluto e ringrazio  già subito) chiede notizie sull’ossalico d’estate…

-Usarlo d’estate-già detto tante volte- equivale a voler distruggere delle formiche sparacchiando contro di loro dei sassolini con una fionda… Se ne uccideranno  solo alcune  in esterno, in fila indiana,  mentre proseguono nei loro camminamenti andata e ritorno sullo stesso binario, schivandosi …

- Presto parleremo tuttavia anche dell'esperienza di chi tra una grande importazione di acacia e quella del castagno ricorre ugualmente allo stesso ossalico con effetti utili quantomeno a tener basso il livello di infestazione varroa.

- La Casa che sponsorizza Varrox consiglia  il ricorso in assenza di covata…Chi volesse insistere, però, a sparare contro le formiche sottoterra con sua fionda.. faccia pure.

-D’estate si presenta fortemente anche il problema evaporazione rapida

Perfino a novembre, dopo due tre trattamenti, lo scodellino evaporatore  che contiene l’ossalico deve essere refrigerato nell’acqua altrimenti  questo  scomparirà  ancora prima di sublimarsi tra le api

-Mi risulta che prove su Varrox siano state effettuate solo nel mese di ottobre e novembre…

-Non mi piace tuttavia constatare che anche per dimostrare l’efficacia del prodotto Varrox si sia ricorsi come prova decisiva ad un presidio ufficialmente proibito, il rotenone ( "ufficialmente" quindi  anche usato!?)…; rotenone e peryzin, prodotto liposolubile, che maturerà sempre più nel corpo grasso cereo che lo ha incamerato…

(Visto che si tratta sempre di conteggiare quante varroe sono cadute, perché non si potrebbe finalmente fare anche solo un conteggio delle cadute naturalmente e moltiplicare il tutto  poi per dei numeri "di conversione " che grosso modo portano alla stessa presenza di varroe ancora sopravvissute senza dover inquinare pesantemente?.. o si è analogamente d’accordo che per sapere che cosa si verifichi nella testa di un proprio figlio gli si debba somministrare parecchie volte qualche pasticca di estasi?… Solo così si avrà la certezza scientifica degli effetti possibili?

--Va tuttavia  tributata riconoscenza a chi tenta vie nuove, a chi prova nuovi presidi sanitari "a base naturale" per le nostre api.

A me, però, questo sistema Varrox genera angoscia doppia- tripla- multipla.. forse anche perché ho la fortuna ( vicinanza domiciliare-- poche arnie gestendone solo un ventina in rapporto alle cento di anni fa…)..  privilegio di ricorrere alla termoterapia che mi permette di sopravvivere

http://apicolturaonline.it/termico.htm; http://apicolturaonline.it/ipertermia.htm; http://apicolturaonline.it/termico2.htm; http://apicolturaonline.it/termico3.htm

 

Angoscia operativa per me  difficilissima ….

1) Ho arnie  che non hanno un cassetto ermetico ma solo  rete antivarroa. D’inverno ( sono in un ambiente prevalentemente nebbioso) vengono socchiuse alla carlona.. Per la vaporizzazione varrox dovrei riuscire a chiudere e sigillare bene il tutto per almeno quindici minuti dopo l’irrorazione…

Ancora.

Per riscaldare l’ossalico- se uno possiede un cinquantina di arnie- occorre un batteria da camionista o  avere a diposizione un generatore robusto…

-Bisognerà inserire il cucchiaio porta varrox e sigillare la fessura dell’ ingresso con gomma piuma ...Se il sottofondo come da me non è ermetico sarà tempo perso

-Consiglio.

Sarebbe meglio aprire  anche il coprinido dall’alto per usufruire dell’effetto camino. Cosa che di per sé andrebbe fatta per prima cosa in ogni affumicazione normale .. Insufflare, cioè, dall’ingresso e poi aprire subito il coprinido … Il fumo salirà più  in fretta verso l’alto--- ( Mi raccomando: esiste anche la possibilità del coadiuvnte innocuo e gradito alle api della nebulizzazione acqua e zucchero su di loro( momento  dell''aranciata collettiva"), "bagnare" cioè, le api che si incontrano  anche solo là dove si vuole curiosare-operare..)

Il fatto che si debbano asciugare tra loro  favorisce  l'abitudine a pulirsi vicendevolmente come  fa già  l'ape cerana  orientale  contro la varroa locale ...Gli indiani-cinesi   attuano  pure ciò  anche con la farina di riso. 

E' così rilassante  per me vedere le api nebulizzate tutte intente  a  suggersi, reciproche dolcezze, invece di attaccarmi terribilmente.. Provare per credere!!

-Tornando al varrox...

Viene  pure  indicato un  trucco   per queste operazioni "fumose" citate che certamente costerà  economicamente pure qualcosa. Esiste infatti una consigliata sostanza repellente Fabi Spry che, se usata, costringerà le api a risalire verso l’alto e ad abbandonare l’ingresso… ( Altro tecnico  pestifero consiglio  ecologico ambientale !!)

-Si parla di prezzo relativamente "basso" - Varrox  100 euro ( duecentomila lire.. )

Questo aggettivo "basso" è evidentemente proporzionato al relativo Pil ( prodotto interno lordo..) del  commentatore  

 

Angoscia doppia-tripla- dicevo…

Possibilità ufficiale concreta di essere a contatto con una sostanza tossica, corrosiva sia essa evaporizzata, sgocciolata, nebulizzata o meno sul dorsale dei favi o solamente sotto il coprinido o immessa nel nostro "cucchiaino  kit del varrox.." .

Non basterà, cioè, una maschera  psicologicamente protettiva, normale ; 

http://www.apicolturaonline.it/ossalico0.htm ( dosi svizzere)

http://www.apicolturaonline.it/ossalico1.htm ( dosi italiane)

http://www.apicolturaonline.it/ossalico2.htm ( varie modalità di somministrazione.).

- La Ditta Intrachem indica una specifica maschera…

Occorrerà pure un dispositivo termostatico ( greco: termos=caldo; latino: statio= fermata, stazione; strumento che controlli il calore ché non superi un data temperatura e questa venga staccata eventualmente in maniera automatica; fermata a quei gradi soltanto …) e ciò per garantire la tollerabile temperatura per  la lenta necessaria evaporazione…

-Termino--

NB. Va reso noto per dovere editoriale e per  pratica riconoscenza apistica per l'ottimo sevizio, completo, equilibrato, non per nulla miracolistico, al riguardo di Varrox su Apitalia, n.6, 2002, a firma di Riccardo Babini.

Da quel servizio fotografico ci siamo permessi di scannerizzare una foto che riassume le tante fasi qui   solo accennate…. Lo studio di Babini  è proseguito su Apitalia nel numero di luglio agosto corrente anno… 2002.

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Per ricorrere alla fionda dell'ossalico... attendere quantomeno "l’arrivo della nebbia" quando tutte le varroe  sono fuori cella.

Buona giornata  a tutti e specificamente a Franco di Pescara che ci ha simpaticamente sollecitato ( non solleticato)  su questo argomento.

Un ciao. Zio Adolfo