Giacomo Leopardi

 
dallo Zibaldone dei pensieri
(19/22 Aprile 1826)

Entrate     in   un   giardino di piante,  d’erbe,   di fiori.   Sia pur quantovolete ridente. Sia nella      più    mite    stagione dell’ anno.  Voi   non  potete volger lo sguardo  da nessuna parte  che  voi non vi troviate del  patimento.   Tutta   quellafamiglia   di vegetali è in istato 
di souffrance, qual  individuo più,  qual  meno.  Là   quella rosa è offesadal sole, che  gli ha  dato  la  vita;  si  corruga, langue,  appassisce.  Là  quel giglio èsucchiato crudelmente da un’ape,  nelle sue parti più sensibili, più   vitali.  Il  dolce mele    non    si    fabbrica  dalle  industriose,   pazienti,   buone,     virtuose  api    senza   indicibili  tormenti      di     quelle  fibre    delicatissime,     senza   strage  spietata   di      quei   teneri fiorellini.