Notiziario Dell’apicoltore lunedì 13 gennaio 2003 Associazione Regionale Apicoltori Lazio


OPERAZIONE "MIELE DI QUALITA’

PER L’IGIENE DELL’ALVEARE.

Per produrre un buon miele occorre operare bene dall’inizio. Con il nuovo anno inizia anche per gli apicoltori la nuova stagione. Nelle giornate fredde e piovose bisogna pensare a riordinare il laboratorio, aggiornando le schede di controllo sulle condizioni di pulizia per le attrezzature e locali. Occorre disinfettare arnie, telaini, portasciami ed altro per evitare fenomeni patologici.

Nei periodi freddi si possono sistemare gli apiari con lo spostamento degli alveari ed effettuare la pulizia dei fondi dell'arnia. Evitare, con il freddo, la tentazione di aprire gli alveari. Un bravo apicoltore può analizzare la situazione di una famiglia anche dall’esterno. In una giornata di sole è sufficiente osservare il movimento delle api impegnate nei voli di purificazione. Se si notano sull’arnia, sul predellino o sulla tuta macchie di feci giallastre di forma circolare tutto è normale, se invece le macchie sono filiforme e bluastre bisogna temere principi di dissenteria imputabili alla nosemiasi. La causa è determinata da scorte non idonee o alla sistemazione degli apiari in luoghi umidi. Finora, per la cura, si è usato il Flumidil B messo in un panetto di candito. Se, andando in apiario, si nota che le api non escono, causa il maltempo e si vuol sapere se ci sono famiglie orfane, il metodo più sicuro è quello di battere con le nocche delle dita sulla parete laterale dell’arnia e ascoltare con l’orecchio vicino alla porticina. Se si sente il ronzio delle api disturbate e in pochi secondi si affievolisce e scompare, la famiglia sta bene e ha la regina se invece il brusio continua per qualche tempo, la famiglia è orfana o molto debole. In questi casi bisogna intervenire subito alimentandola, attraverso il nutritore, con sciroppo tiepido e miele riscaldato. Comunque alla prima giornata tiepida accertarsi se le api sono poche o prive di regina.

Quando la temperatura esterna si aggira sui 15°C. si incominciano a vedere le api che rientrano nell’alveare con le cestelle ricolme di polline. In questo caso si è sicuri della presenza di covata da nutrire. Se le api non importano polline e sono irrequiete la famiglia quasi certamente è orfana di regina. A questo punto conviene riunire, con il classico metodo del giornale, tali colonie ad altre più forti o a sciami artificiali preparati durante l’estate. Se una famiglia espelle api morte o escrementi trattasi di una normale pulizia. Se si vede covata nei rifiuti, significa che la famiglia manca di scorte o ha sofferto eccessivamente il freddo.

Con la ripresa dell’attività, le api hanno bisogno di molte scorte. E’ sufficiente sollevare le arnie dalla parte posteriore per capire, dal peso, se le scorte sono sufficienti o devono essere integrate. In tal caso intervenire con altri telaini di miele opercolato conservato in magazzino o, in mancanza, con una nutrizione a base di candito, poggiato sul foro del nutritore. Nel mese di marzo, il più critico in apicoltura, con le prime visite primaverili, è possibile accertarsi dello stato di salute dell’alveare. Se hanno buone scorte, buona regina e spazi ridotti, le famiglie saranno vigorose e pronte a dare ottimi raccolti. Attenzione però che la regina abbia spazio sufficiente per deporre. A tal punto sostituire i telaini che contenevano scorte di miele e quelli neri e affumicati con telaini nuovi. Togliere con un raschietto i ponticelli di cera costruiti tra un telaino e l’altro e il diaframma se inserito ed eliminare eventuali celle reali se si vuole prevenire la sciamatura. Nel mese di marzo occorre controllare bene la covata. Se si notano celle sforacchiate siamo di fronte ad alcune virosi dovute a grosse infestazioni di varroa verificatesi durante l’estate precedente. In tal caso effettuare un trattamento a base di acido ossalico per accertare la caduta di varroe. Se sono più di otto occorre ripetere il trattamento. A marzo, con le prime fioriture, le famiglie più forti, anche se non hanno ancora occupato tutti i favi, imbiancano la cera. Poiché, in tale periodo, si sono spesso verificati ritorni di forti gelate, è bene non farsi venire la tentazione di mettere i melari. Così facendo, un ritorno di freddo provocherebbe gravi danni alle colonie. In sostanza, come dice l’amico Fasoli, se vogliamo un buon miele " le api oggi più che mai hanno bisogno di noi".

SERVIZI VETERINARI DEL LAZIO.

A partire da questo numero pubblichiamo per provincia i Servizi Veterinari del Lazio. In questo numero riportiamo quelli della provincia di Latina.

LATINA via Duca del Mare, tel. 0773/655419.

CISTERNA di LATINA Via G. Falcone, tel.06/96025436

APRILIA via C. Cattaneo 2, tel. 06/92863436.

MESA di PONTINIA via Appia, tel. 0773/655436.

SAN COSMA e DAMIANO via Risorgimento, tel. 0771/608173.

FONDI via Lanza, tel. 0771/505431.

CORSO DI PICOLTURA

Il 5 febbraio inizia il corso di apicoltura di base . Gli interessati possono avere informazioni e iscriversi telefonando al n° 067232131, Sig.ra Nadia.

 

TESSERAMENTO A.R.A.L.

L’iscrizione all’associazione comprende, oltre alla tessera, l’abbonamento alla rivista APITALIA e l’assicurazione di un apiario. Per l’anno 2003. Il costo è rimasto invariato e cioè euro 31,00. Si ricorda che l’iscrizione decorre dal primo gennaio, in qualunque periodo dell’anno venga effettuata. E’ opportuno perciò rinnovarla al più presto. Si allega in merito il conto corrente postale già compilato.

AIUTI REGIONALI PER L’APICOLTURA

La Consulta Apistica Regionale ha definito il programma per il miglioramento della produzione e commercializzazione del miele per l’anno 2003. Le azioni che riguardano direttamente gli apicoltori sono l’acquisto di arnie con fondo a rete o modifica di arnie esistenti; l’acquisto di arnie da nomadismo, di telaini, fogli cerei e attrezzature per la pratica del nomadismo con un contributo pari al 60%. La somma messa a disposizione è di 160.000 euro. La pubblicazione del bando è prevista per la seconda metà del mese di gennaio 2003. Per accedere ai contributi occorre essere in possesso di partita IVA. La domanda deve essere inviata agli Uffici Speciali Decentrati per l’Agricoltura della Regione Lazio competenti per territorio, entro 30 giorni dalla pubblicazione del bando, allegando il codice di allevamento e la denuncia delle api effettuata ai sensi della legge del 2002 75/88,sulla quale deve essere precisato che si pratica anche il nomadismo.

STATO DI CALAMITA’

I danni causati per gelo o siccità, riconosciuti dalla Regione Lazio, ammontano a circa 42 milioni di euro. I titolari di aziende, anche apistiche, che rientrano nelle aree interessate delimitate dai tecnici regionali, possono chiedere informazioni e inoltrare richiesta di indennizzo agli Uffici Speciali Decentrati per l’Apicoltura della Regione Lazio, competenti per territorio, entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto ministeriale sulla Gazzetta Ufficiale.

PREMI A FAVORE DEI PRODUTTORI DI OVINI E CAPRINI

Il D.M. del 9 marzo 2002 stabilisce un premio fisso per ogni capo ovino o caprino allevato. Pertanto gli allevatori di capre e pecore, previa richiesta all’AGEA, riceveranno entro il 31 marzo 2003 un premio pari a 21 euro/pecora e a 16,8 euro/capre. Per pecora o capra s’intende la

femmina della specie ovina e

caprina che ha partorito almeno una volta che abbia almeno un anno di età: Non sappiamo a quale titolo vengono assegnati tali premi. Per informazioni ci si può rivolgere alla responsabile regionale Silvana Resta, tel. 0651683418. Nel frattempo è possibile che gli apicoltori abbiano cambiato mestiere.

Il PUNTO

Nell’articolo " LE FILIERE PROVINCIA PER PROVINCIA", pubblicato sul n° 16/2002 di LAZIO INFORMAZIONE si rileva con molto disappunto la mancanza del prodotto miele. Eppure da diverse indagini condotte dal 1998 ad oggi, presso l’Assessorato all’Apicoltura della Regione Lazio, risulta che il patrimonio apistico ammonta a circa 80.000 alveari con una produzione di circa 160.000 quintali di miele. Povera apicoltura! E’ proprio vero che nel Lazio è considerata la cenerentola della zootecnia. Questo non fa certo onore ai responsabili regionali dell’agricoltura laziale.

 

(Francesco Coarelli)

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