Favi con cera naturale

Sommario

-Anteprima del Metodo "favo equatore" per gli apicoltori amici del Parco La Mandria Venaria Reale ( Torino)

-Come realizzare con gradualità i "favi equatore": ritagliando anzitutto i favi già costruiti

-Tempi concessi per la sostituzione della vecchia cera ad aspiranti biologici Operare sui favi durante il periodo di attività delle api ma anche recuperando tempo durante l’inverno agendo su quelli custoditi in laboratorio in attesa della nuova stagione?

-Come e quando " in una sola volta" far costruire in un’arnia tutti i "favi equatore"( con gli sciami nuovi e con procurato improvviso furto con asportazione del mobilio domestico-di tutti i favi presenti).

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Sui fogli cerei Da: Leo & Fra A: aol-mondoapi@it.egroups.com Data: domenica 8

luglio 2001

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Gent. mo Sig. Percelsi,

sono un’apicoltrice delle Langhe piemontesi.

La seguo con molto interesse. Avrei una domanda da farle riguardo ai fogli cerei. Da qualche tempo sto sperimentando la costruzione da parte delle api dei favi da nido, secondo sue indicazioni. La cosa sta andando bene. Silvana

Benvenuta e complimenti

Le confido subito che sono "biologicamente" contento di aver imboccato questa strada decisamente naturale. Come lei sa, è tramite tutta la "banda" o meglio con l'orchestra dei Berliner Philharmoniker della nostra list ... che stiamo portando avanti questo problema..

Altra annotazione. Intendo tenere distinte due questioni: favi da nido e da mielario .

Sul secondo aspetto insisteremo meglio in futuro...

Esami fatti dopo il ricorso di Perizin su favi da nido hanno evidenziato 247 ppb. Nei favi da mielario: 86. Le parti per bilione nel mielario sono vistosamente meno ma non va dimenticato che la superficie è metà di quella da nido....Il problema dei residui nocivi in realtà non riguarda solo il nido -zona covata ma chiama in causa anche il mielario.. Presumere che le molecole annidate restino solo nella camera riproduttiva equivale a ritenere che il fumo d’un fuoco non debba mai oltrepassare l’altimetria delle bragie

Sbrigàti questi preamboli, signora Silvana, ora anche per soli motivi di cortesia devo riferire a tutti gli altri amici di alcune note di prove-cronaca riguardanti il favo equatore; particolari che assieme e grazie alle foto passeranno addirittura alla storia ( Cala cala Trinchetto!!)

-Lo scienziato quantista Max Planck era convinto che le scoperte scientifiche sarebbero andate avanti non perché accettate dai suoi colleghi studiosi contemporanei ma semplicemente perché questi scomparendo, sarebbero subentrate al loro posto nuove tipologie di pensatori.

Personalmente, non essendo pessimista come Max Planck, sono convinto che, già oggi, ogni categoria anagrafica di apicoltori è propensa ad attuare quanto proposto

Cronaca e foto

Ho voluto presentare il favo equatore agli amici apicoltori di Torino al Parco La Mandria- Venaria Reale, durante una lezione tenuta dal geom. Rolle che molti di noi conoscono già come progettista dell’omonimo metodo naturale contro la varroa: Vedi

Dalla foto ricordo del Parco si può constatare che si è trattato di un simpatico tribale primitivo raduno con allievi senza sedie; il maestro al centro; apicoltori "ultra ortodossi", tutti con burka o quasi per motivi legali di assicurazione.. Femministe invece senza velo; "sfacciatamente"a volto-faccia scoperta....Il materiale didattico proposto a loro ed i concetti espressi sono identici a quelli che leggerete qui di seguito.

Alla vostra intelligente curiosità rintracciarli nelle foto a seguire

-Esemplari di cera biologica autogestita integralmente dalle api.

-Esagono alla tirolese oppure a tetto algerino sahariano...

Un particolare che forse non vi ha mai rivelato nessuno.. L’esagono delle cellette costruite da api lasciate libere di scegliere quello che vogliono può avere la parte ALTA piana oppure essere progettate"alla tirolese- triangolare- antineve.".. Sullo stesso favo si possono notare dei raccordi che ci rivelano questo fatto. Ci sono da parte delle api degli aggiustamenti evidenti in tal senso. L’esagono diventa eptagono( gr.: eptà= sette)-ottagono. A presto il notare anche questo nelle nostre visite da detective stupìto...

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Il favo "3 finestre" è troppo fragile perché eccessivamente lungo; nella centrifuga si spanetterebbe subito

-Il " 6 finestre" pur avendo un robusto ancoraggio procura alle api troppe superfici singole "separate" da accudire

-Nel favo equatore con tanto polline notare alcuni supporti momentanei presi dal materiale cereo-esuviale(=spoglie) tagliato al centro barretta equatoriale

-Durante i ritagli di laboratorio è possibile ricorrere a spaghi come tutori / lat.: tutor= difensore).. temporanei. Le api sbricioleranno lo spago portandolo fuori

Favo con raccordi di api tutte geneticamente ingegneristicamente alla tirolese

-La sola barra equatore non basta per resistere alla forza della centrifuga dello smielatore

-Favi con finestre decisamente vecchie non più trasparenti se messi contro luce possono essere gradualmente ritagliate per lasciare spazi vuoti per le api ceraiole che non desiderano altro

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Questa foto in 20 secondi riassume in pillole l’equivalente alla partecipazione di almeno due giorni ad un Corso di Aggiornamento apistico..

Nello spazio riservato al reparto nido-covata si intravedono già i telai equatoriali che rimpiazzano i precedenti modelli

Lasciando l’arnia madre sul posto, i favi primitivi dell’arnia vengono deposti lentamente a terra, oppure ancora meglio, immessi e difesi tramite una cassetta di servizio se incombe pericolo di saccheggio

Nessun favo telaio ligneo equatore dovrà mancare dove c’erano gli spazi lasciati vuoti dai favi vecchi altrimenti ad un inizio di foglio cereo potrà essere imposta una direzione errata

Abbiamo sperimentato che facilita ottimamente la risoluzione di una esatta parallela costruzione cerea il piazzare o lasciare sul posto, in prima fila un favo già costruito pur se a vecchia cera "sospetta".. . Vedi Cartoni animati: http//www.apicolturaonline.it/equatore3.htm

"Non sunt moltiplicanda entia sine necessitate" riassumeva già questo vecchio assioma latino di buon senso generale

Non bisogna, cioè, moltiplicare le cose se non è proprio necessario.

Pur sapendo quindi che si può anche farne ameno, per chi vuole ricordo che: inserendo una mini striscia di cera nella scanalatura del telaio o facendo colare sopra alla stessa gocce di cera appena appena riscaldata, le ceraiole accoglieranno più facilmente l’invito a partire per la verticale proprio da lì…

I favi equatore - è ovvio- dovranno essere senza foglio cereo, privi dei fili tutori.. ..

Si deve evitare che migliaia di api "scosse" rifacciano la reale sceneggiata di una sciamatura in atto

Per ovviare a questo girovagare aereo, ottenuto artificialmente= con artifizi vari, mezzi manuali, basta irrorare-nebulizzare ogni singolo favo presidiato dalle api prima di scuoterle dal favo sulla accogliente "autostrada" appoggiata sul davanti ingresso arnia su due chiodini robusti.. Le inquiline, solo se strapazzate così, non procureranno inutili pericolose derive. .

Bagnare, cioè, le api con acqua (e zucchero solo se c’è proprio bel tempo..)

Lo zucchero farà incollare le ali di molte di loro all’alluminio della "autostrada" ma essendo bel tempo ogni infortunata sarà aiutata dal "Pronto Soccorso Lecca-Lecca." ;

Dare un pugno bene assestato sul dorso favo per liberarlo dalle api al momento esatto in cui il favo tenuto su con la sinistra sta per fare ritorno pendolare verso la mano destra che lo colpirà...

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-Godersi lo spettacolo delle api che assieme alla madre indomita ritornano a casa certamente stupite per questa gita fuori programma. Volendo essere saggi apicoltori previdenti si dovrebbe individuare la regina già sullo specifico favo e lasciarla al suo posto finché tutte le figlie saranno rientrate. Allora, sarà più facile brevi manu prelevare la stessa regina ed il favo o farla scivolare solo con l’indice e cioè non come un teppista farebbe con una nonna da scippare della borsetta .. Farla cadere sul fondo arnia da dove raggiungerà le figlie quasi tutte già in pareti laterali in attesa di scegliere previo consiglio collettivamente i primi due-tre telai equatore su cui operare al più presto per recuperare il tempo perduto ...

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Riassunto.

grazie a dati recenti gascromatografici abbiamo esaminato fin qui

  1. la persistente e sempre in crescita presenza di residui molecolari liposolubili;
  2. è stato presentato un elenco di questi principali perturbatori interni del nido dell’arnia;

  3. come non basti una sola traversina per garantire la solidità del favo quando viene sottoposto alla forza centrifuga dello smielatore elettrico;
  4. inadeguatezza del "Tre" troppo fragile e del "Sei finestre" eccessivamente divisorio;
  5. come si possono gestire"creare"gradualmente nuovi favià equatore durante l’inverno, risistemando-ritagliando i classici "vecchi"favi risposti nel magazzino oppure dedicarsi soprattutto a questo nel periodo di maggiore attività apistica facendo diventare "equatore" favi su cui le api lavorano.

In dieci minuti il favo ritagliato equatorialmente ed in verticale con l’inserimento delle relative barrette verrà poi restituito alle medesime operaie che troveremo, negli spazi lasciati vuoti, già in posizione acrobatica con qualcuna delle 6 zampe avvinghiate a quelle delle colleghe del favo opposto per tentare soluzioni riempitive di quello strano improvviso vuoto..inspiegabile, un vacuum numinoso, procurato dal titolare del loro apiario del quale però, nonostante tutto, le api nutrono ancora grande stima....

Ritagliare singole finestre

Musorgskiy Modest( 1831-1881) un umanissimo musicista russo di cui ho potuto sentire eccezionalmenete dopo cento anni a Torino, la sua Kovancina ha composto oltre che Boris Godinov anche un poema intitolato Quadri da una sposizione, per pianoforte..

Nel mio piccolo ...possiedo ugualmente dei Quadri da una esposizione di apicoltura. Ad alcuni di loro sono state tolte delle pale, delle finestre... perché troppo annerite dal tempo.. Le api macchiaiole della bottega restaurano presto il tutto come solo loro sanno fare

-Purché si abbia a che fare con famiglie forti ed in tempi ad importazione pollinica, una volta che tutti i favi "anziani"sono stati modificati in "equatore", negli anni a seguire, si potranno ritagliare singole finestre, iniziando dalle più vistosamente annerite.

Ogni annata, già per motivi igienici generali (muffe, virosi varie, favi anneriti a tal punto da non poter più curiosare il sole dalla parte opposta se messi controluce..).. sarebbe doveroso ridare ad ogni alveare due favi di nuova costruzione cerea prescindendo dalla obbligata attuale prassi di averli dovuti irrorare con prodotti legali "naturali", quali acido ossalico, formico, con il pessimo pur ammesso liposolubile coumaphos (perizin..); o, con incoscienza totale conclamata, l’asuntol, prodotto per cani contro le pulci , rotenone insetticida per agricoltura in molti Paesi. ( Questi due ultimi asuntol, rotenone), lo ribadisco, per informazioni sommesse de relato, so che sono "droga" abituale di sottobanco anche tra piccoli apicoltori, al di sopra di ogni sospetto

Celle con grandezza diversa dallo stampo standard d'oggigiorno. Celle più piccole ma con cento api in più su ogni favo?- Non infierire sui fuchi valore genetico incommensurabile..

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Le api per loro giusti motivi strategici stagionali, senescenza della regina, o patologie tipiche della stessa, possono costruire "finestrine" a celle maschili anche al centro del favo- equatore proposto, cosa che invece farebbero di solito soltanto nella parte anteriore dei classici favi. Desiderando comunque riavere un favo "normale", solo, cioè, femminile, sarà possibile a tempo debito ritagliare la parte di celle da fuchi indesiderate

Non dimenticheremo comunque mai il grave danno che procuriamo alle api, alla specie, quando eccediamo nello sterminio dei maschi..

Bisogna quindi assolutamente lasciare alle api, abbondanti zone di celle maschili, soprattutto in famiglie che stimiamo per "qualità" eminenti. con fuchi compresi, con i 32 cromosomi materni (corpiccioli colorati: greco soma, somatos.= corpo e cromo=colore); cromosomi regalo integrale di tanta madre regina feconda non aggressiva, resistente perfino geneticamente alle micosi varie.

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Grazie all’esame addirittura del DNA ora si sa che la natura si è prodigata perché nell’arnia grazie alla fecondazione multipla della regina ci siano anche 45 diversi apporti seminali. Altro "che un fuco basta già"-come con presunzione- ottusamente si è già scritto in passato. Esistevano al riguardo esemplari di arnie con sfucatrici inserite abitualmente sotto la struttura generale che non risparmiavano la presenza se non di minima di esemplari maschili..

 

Cambiate le situazioni d'emergenza le api stesse ritorneranno alle celle femminili. ( vedi testo nuovo..)

-A prodotto finito- a finestre equatoriali complete-lasciando agire soltanto le api- si potranno conteggiare non le solite 740 celle circa dei favi cerei su stampo predefinito, ma imbastendo cellette più piccole ( che proprio loro dimostrano di gradire così) ammasseranno ora su quella stessa superficie ( circa) cento esagoni in più . Con dieci nuovi favi avremo mille api in più ad accudire il problema del termoriscaldamento o altro.

Oltre risistemare il materiale "vecchio"; al di là di ritagliare singole finestre nere per rinnovo integrale cereo "è possibile pure tentare il realizzo di tutti i telai lignei- equatore in una sola volta"?

Casistica possibile..

C’è chi pur avendo smesso assolutamente l’uso degli acaricidi sintetici e liposolubili in favore degli organici ossalico , formico, oli a base di essenze ( non chiamiamoli più, per favore, essenziali, concetto che riporta alla filosofia.).

C’è- stavo dicendo- chi avrà favi che in dieci anni si sono tramandati da padre in figlio l’aggressione molecolare lipòfila dell’apistan... Per costoro ora il legale amministrativo biologico si limita provvisoriamente a tollerare una soglia massima di residui al fluvalinate di 100 ppb-(parti per bilione)

-Per contributo apistico retributivo salariale di una faticosa visita generale ad una postazione feroce, aggressiva in cui le api non ti permettono più addirittura ti poter toglierti la maschera se non attendendo la sera o rifugiandosi in ambiente oscuro con un solo lucernario che le richiamerà finalmente verso di lui..

Ci sarà, cioè, chi come me acquisisce uno sciame regalato e trattato a mia insaputa proprio come regalo all’ultimo momento con Peryzin.. Anch’io ho quindi un perizin abusivo trasmigratore tra i miei favi..

Oggi da questo Peryzin si richiede un residuo minimo di 200 ppb

-Si rischierà pure perché, quasi sempre presente in apiario, qualche sciame raccolto forzatamente per "beneficienza pubblica" a difesa dei bambini dell’asilo che hanno visto roteare sul melo del giardino "tantissimi piccoli uccelli" per cui hanno dovuto

restare in aula curiosando a lungo solo dai vetri...

Sciame randagio di cui si ignora a che cosa abbia potuto ricorrere il detentore: prodotti naturali osalicati, se non addirittura ad un antipulci per cani ( Asuntol )

Si farà quello che si può

Se si agisce gradualmente nel prepararsi i favi-equtore persisterà il problema di sapere se la convivenza di molti favi "contaminati" con pochi favi di cera rinnovata pulita, i primi, non possano contaminare anche quella, buona rielaborata ex-integro..

Personalmente propendo per il rifacimento massivo simultaneo di tutti i favi anche se le tracce che rimangono in forme infinitesimali sono sempre minori delle precedenti. So infatti che pur avendo di certo già cambiato i vecchi favi che avevano direttamente subito il presidio sanitario da apistan fluvalinate dieci anni fa , gli altri favi della stessa arnia pur rinnovati più volte, mostrano ancora tracce liposolubilizzate al fluvalinate

Qui ancora una volta ognuno farà quello che può .

Ad impossibilia nemo tenetur . Nessuno è tenuto fare delle cose impossibili. Tra l’altro siamo sull’ordine di parti per bilione..

"Non si può restare senza miele per un anno dacchè io ci vivo sopra".. mi scriveva un grande amico sardo e allora ci si limiterà quantomeno a far costruire solo finestre nuove ad alcuni favi

Da chi pretendesse da noi un comportamento ultra angelico informiamoci subito da lui stesso se ricorre alla sola bicicletta per i suoi spostamenti o se trullotrullo come noi scorrazza con la attuale ecologica marmitta catalitica..

Quando si può operare massicciamente, in una volta sola? ...

  1. In occasione di ogni sciame appena raccolto.

2) Oltre che per sciami appena raccolti ( fine aprile); a giugno, perfino a luglio se in presenza di fioritura di castagno, si possono scegliere delle famiglie forti , con tutti i loro favi costruiti negli anni precedenti, per sottoporle alle procedure già abbozzate sopra:

-prelievo favi vecchi..

-inserimento nuovi telai equatore

-preparare "l’autostrada" su cui scuotere con minima violenza le api nebulizzate

I favi che contengono covata (dopo oculata sanitaria osservazione) si sistemeranno in altre arnie finché non sia portato a temine il loro generale sfarfallamento

Allora e solo allora ci si potrà rassegnare a bruciare i vecchi favi cerei in questione, pur se visivamente ancora belli ma con latenti tenaci residui liposolubili di apista, peryzin, apitol asunto rotenone, eccetera..

Se perdura bel tempo, grande fioritura in atto, non sarà necessario nutrire le api per coadiuvarle nella loro totale ricostruzione cerea.

Anche per la messa a totale integrale digiuno per 4-5 giorni allo scopo di spurgare le api da spore di peste americana.

http:// www.apicolturaonline.it/peste1.htm ;

per 4/ 5 giorni, anche a fine ottobre, l’ho sperimentato volutamentepiù volte, le api non muoiono di fame...Hanno anche loro la borsa mielaria come riserva tipica delle ventun mila specie di molti ragnetti dotati di vari stomachini in cui hanno programmato di stivare riserve per i giorni della carestia...;

Altre mini indicazioni risolutorie.

Per quando ci si imbatte nelle "insoddisfazioni" circa ancoraggi ancora più sicuri e c’è urgenza di risolvere in fretta il problema

Per ovviare a questo e far attaccare velocemente le parti posteriori del favo ritagliato al di sotto della barretta equatoriale, sovente costringo le api a trovarsi di fatto davanti ad una virata del favo.

Posiziono, cioè, quello che era il retro del favo, sul davanti. Anteriormente, le api sono più indotte a collegare la mini parete verticale cerea al sostegno adiacente ..Anche il glomere invernale lo gestiscono normalmente anteriormente.

-Nel secondo anno il telaio equatore non avrà problemi... Sarà incollato-perfezionato al massimo. Come un albero attende una nuova primavera per crescere, irrobustirsi,... anch'io aspetto sempre speranzoso si verifichi questo desiderato forte raccordo.

2) Ultimamente-è ancora la signora Silvana che racconta- dovendo aggiungere dei mielari, ho provato a mettere nei loro telaini una strisciolina di foglio cereo pronto, invece dell’intero prestampato ed ancora con la solita armatura dei fili

-Signora Silvana, l'armatura per un'autogestione cerea vera delle api non ci va proprio.. Cosa direbbe se le ordinassero di fare una bella torta da compleanno per il suo lui ma per rendere questa solida robusta, dovesse inframezzarla con cinque barrette di acciaio? Sto scherzando, naturalmente I fili direzionali analogamente per le api ceraiole, per le api incaricate collettivamente di trovare il filo a piombo circa una perfetta verticalità al campo magnetico

terrestre... I fili nella" torta", nel loro telaio, ora, diventano un autentico disturbo...Un insulto alla voglia génica delle api di fare solo cose perfette senza intralcio alcuno

Anche una mini linguetta cerea inserita nell’incastro-ci spiace dirlo- deve essere rifiutata a rigor di logica residuale....Servirebbe anche in forme infinitesimali a conservare delle particelle non biologiche...

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Inserire il telaio ligneo con barretta-equatore. Dove, in quale posizione tra i favi?

Scegliendo il bel mezzo di due favi già costruiti a prevalenza miele, le api sono indotte di solito ad "impanciare" ulteriormente quelli già costruiti adiacenti e si accontentano di imbastire nuovi favi cerei palesemente striminziti in corrispondenza alla obesità dirimpettaia ..

Se invece si decide di piazzare il telaio equatore l solo ligneo, dopo tre- quattro favi di covata già costruiti, in successione, la realizzazione della nuova cera avviene con distanze regolari, a giusto spazio d'ape..

Questo, quanto a mie attuali constatazioni... pur spendo che "sapientis est mutare consilium"

E’ tipico dell’uomo sapiente mutare consiglio..

-Il tempo ottimo qui in Piemonte per ottenere costruzioni ceree -come da copione risaputo- è naturalmente quello che precede l'acacia e durante lunga essudazione nettarifera del castagno; giorni in cui il polline scatena letteralmente le ghiandole ceripare di tutte le giovani operaie presenti.

Il pre- il durante acacia, fioritura castagno sono, in realtà, tempi eccezionali per costruzioni, - lo saprà, Signora Silvana, avendolo anche sentito dire dalle amiche apicoltrici- i preacacia sono simili ai periodi intensamente affettivi del fidanzamento o dei primi anni di matrimonio nei quali lui era disposto a fare per l'altra autentiche pazzie. Dopo alcuni anni al contrario lo stesso compagno romantico tira un po' i remi in barca.. salvo eccezioni per tutti coloro che mi stanno leggendo.

Anche le api dopo due grandi fioriture, rallentano un po' .. Non si deve chiedere loro di costruire altro mobilio. "Sono già stanche"- lei si chiede? Bisogna fare anche qui ...qualche distinzione

Se l'apicoltore durante la fioritura dell'acacia- castagno non si è preoccupato di offrire alla regina altri favi per una continua deposizione, infischiandosene se i "contenitori" del nido fossero tutti intasati di polline e miele.. non si può logicamente colpevolizzare le api, parlare di api stanche ... Manca ora -tout- court il personale per bottinare, essudare cera , avere nuove cellette-

-Nei melari le api indugiano, fanno un giretto, preferiscono addirittura costruire dal nido in su ( stalagmitano?). Ciò può essere dovuto al fatto che sono sul posto i secondi melari?

Siamo solo noi a pensare le api che debbano impazzire per salvare il Pil ( Prodotto interno lordo) . Loro hanno già semplici mezzi olfattivi per constatare il pieno e la varietà alimentare del reparto sottostante. Le api sicule dell’amico Adamo- Raffaele Vincenzo- Barbaro - da notizie meteo congenite conoscono il loro tipo di inverno; possono giustamente rallentare la produzione nei mesi caldi

Non sono, quindi, necessariamente stanche le nostre api. Sanno tra l'altro che in quella zona , in quell' ecosistema ( greco: e c o , eco= ambiente) conosciuto da centinaia di anni non ci sono precise importazioni floreali

( Sarebbero invece pericolosamente messe a disagio per mancate scorte alimentari idonee, le succitate api siciliane repentinamente trasferite in Piemonte da apicoltore autoctono trinacrio troppo zelante )

-Tutte le api locali ecosistemiche ritengono giusto di dovere fermare i loro cantieri in certe situazioni

Discorso mielari..

Ho già realizzato-pazientemente-duecento favi equatore da nido

-Per i mielari pian piano mi dovrò pure rassegnare a fare altrettanto. Devo dire però che non ritengo la cosa molto importante : per un mielario o solo due nella stagione,le api riescono ad agganciare bene il tutto

Lasciare loro il tempo di farlo..

Li ritaglierò dalle costruzioni degli anni precedenti su cui albergano purtroppo-ci ripetiamo per creare repulsione psicologica- sonnolenti ma trasmigranti residui nocivi non solo del vecchio apistan, ma soprattutto degli attuali perizin , apitol ; ( assuntol?) assieme "ai tre trattamenti annuali all'antibiotico" da parte di alcuni operatori contro la già esistente ma solo non ancora visivamente puzzolente peste americana.

- La ringrazio, signor Percelsi, e attendo con ansia una risposta perché mi sto chiedendo se devo recuperare il tutto e dare il foglio intero. Qui da me, sulle Langhe, le api raccolgono ancora qualcosa. Silvana

Posso confidarle sottovoce, come sottocanto da cardellino che sta imparando dagli anziani cantori, che conosco pure una bella canzone che recita : "Langarola vagabonda, seduta sulla sponda del Tanaro che va.. "..... Come abituale normale ballerino sono anche amico dei componenti l'orchestra "I Langaroli"?

Ho potuto conoscere La luna ed i falò di Cesare Pavese di cui ho visto anche la stanza dove ha abitato per un certo lasso di tempo qui a Torino in Via Valeggio, 26 ..

Ho pure letto il Partigiano Johnny (1968) di Beppe Fenoglio.

L’altro "La malora" mi ricorda subito d’istinto.. la varroa ..Ok. Proprio belle le sue terre!

Ritornando a noi…

Penso che l'offerta alle api a settembre dell'intero foglio cereo resterà inascoltata. Al massimo le api passeranno, proprio per non perdere tempo- sulla parte della nuova cera inserita la loro sanitaria patina di propoli, ricercandola con fatica all’esterno o ravvivando quella recuperata dalle pareti-favi interni della camera sottostante...

Con stima . Auguroni a lei , a tutti i suoi cari ( api comprese!)

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Un inchino, infine, con salto mortale triplo ugualmente a tutti gli apicoltori della list, ai neofiti, agli "universitari", ai fuori corso," nonni compresi" a cui piace sovente sostare davanti alle arnie per degustare ancora con loro la fatica gioiosa della vita .

Testo aggiornato al 22 gennaio 2003

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Vedere  pure Cartoni animati

http://www.apicolturaonline.it/equatore1.htm http://www.apicolturaonline.it/equatore2.htm http://www.apicolturaonline.it/equatore3.htm http://www.apicolturaonline.it/equatore4.htm http://www.apicolturaonline.it/equatore5.htm

Adolfo Percelsi