Un essiccatoio con .. i baffi, a termostato magnetico.

 


Sommario: Un essiccatoio ed un freezer con utilissime soste per il polline stesso. - Si deve raccogliere il polline ogni sera oppure ...? Deve ugualmente essere essiccato ogni giorno oppure basta una sola volta a fine stagione? Un essiccatoio presidio sanitario ecologico contro la varroa già ai primi di aprile. Provare per credere. E' controproducente essiccare il polline al sole?

Con gli interrogativi posti nella Prima parte sul polline abbiamo tentato di accudire la vostra sempre partoriente intelligenza, la "nus" = n o u s , nel senso di cui ha parlato il filosofo greco Anassagora ( 500-428 a.C.)..; dopo le amichevoli -filippiche demosteniane o ciceroniane contro i vari Filippo II di Macedonia o i Marco Antonio, rimostranze cioè, contro blasonati conferenzieri (Parte seconda) che da trent'anni dissertano sul polline senza degnarsi di profferire una parola concreta anche circa le insostituibili apposite necessarie trappole ....

Sono certo che d'ora in poi tutti i giovani di Apicoltura on line e gli stessi attenti organizzatori dei Corsi apistici ( Vedi Varese) non accetteranno più simili omissioni in atti d'ufficio; ascolteranno i futuri relatori quantomeno come le tropicali api melipone di colleghi incontrati ad Apimondia in Canada, api che pur non pungendo sanno ugualmente dar fastidio all'operatore (al docente iperuranico) infilandosi nelle orecchie o nelle loro coane nasali..

Il polline si conserva bene sia

  1. allorquando è essiccato termicamente;
  2. sia quando viene insilato ancora naturale in vasetti di vetro nel freezer;
  3. sia allorché è miscelato, sempre al naturale, col miele in precise proporzioni.

 

Dopo la descrizione (Parte terza) della trappola Lega "carrozzata Pinin-Farina", così soprannominata scherzosamente per alcuni stilistici personali apporti: un'ulteriore uscita superiore, divisori spaziali verticali lungo la griglia stessa ... Aprés tout ça, altro tema concatenato essenziale alla pigliapolline, ritengo sia sapere già subito
se il polline può essere conservato bene soltanto qualora sia stato sottoposto alla classica essiccazione termica oppure, per partite minori, conservando ancora nientemeno le primitive componenti integrali, se basti immetterle in freezer ( o frigo zona ghiaccio) o addirittura usufruirne senza essiccazione termica, senza freezer, con una precisa mirata miscelazione nel miele stesso.. .


E' quanto inizieremo ad esporre in questa Parte quarta.

Un essiccatoio con .. i baffi, a termostato magnetico.

Per non ingenerare false convinzioni sul dover ricorrere ad un immediata quotidiana fruizione di un essiccatoio per polline con termostato magnetico, annoto subito che per uso strettamente personale la poca raccolta pollinica di ogni giorno, senza pulitura immediata, può essere stivata in un vasetto, così com'è, ed immessa nel freezer (o nella zona ghiaccio d'un frigo normale) fintanto che non siano stati raggiunti i cinque-dieci (?) chilogrammi che saranno poi globalmente essiccati in un'unica operazione al fine di risparmiare energia. Ogni nuovo apporto andrà aggiunto al precedente contenitore di base.

-Il polline in un vasetto da 500, o 125 grammi, conservato nel freezer o zona ghiaccio non fermenta e soprattutto non gela. Potrà esserne estratta soltanto la quantità desiderata. Non credo, tuttavia, che la zona ghiaccio d'un freezer possa servire per grosse quantità da 50 o 100 chilogrammi. Il loro "lontano" centro potrebbe non essere raggiunto a sufficienza dalla temperatura del freezer con possibilità di leggere fermentazioni epicentriche.

Il mio preziosissimo presidio sanitario ecologico antivarroa.
Da tantissimi anni gestisco un essiccatoio della Hobby Farm.

E' l'attrezzo che attualmente guardo con più interesse. E' la mia farmacia naturale contro la varroa, sostitutivo dei vari acidi formici, ossalici, perizinici, apivarici.

Un'ape opercolata, ancora nel suo sacco a pelo sericeo resiste a lungo anche a 42° gradi termici. La varroa sui 40 ° ( per fortuna) muore già. A fine marzo questa taratura di 40°, permette di soffocare tutte le varroe racchiuse nei pochi favi di covata esistenti. (Vedi servizio su Apicoltura on line: Come in sessanta minuti...)

Torniamo all'essiccatoio. Strutturato in cinque pianali permette di stendere leggermente uno strato del prodotto che in ventiquattro ore, termostato a 35°C, acquisirà un'ottima essiccazione.

Essiccatoio e Metodo biotermico Engels antivarroa: due mielari vuoti per sostenere favi senza api adulte che li presìdino, sessanta minuti a 40 gradi; inserimento favi a sola covata prevalentemente chiusa.
Essiccatoio e polline: termostato a 35 gradi per ventiquattro ore.

-Un temporizzatore per caldaia staccherà l'impianto elettrico all'ora programmata.

-Tramite disinserimento di lamelle del temporizzatore, in ogni ora di riscaldamento la sopracitata taratura calorica si bloccherà per 15 minuti permettendo al polline di fruire del solo calore residuale ambientale.

-Una volta essiccato il polline, subentrerà l'urgenza di invasettarlo con modalità che preciseremo.

-Segnalazione d'obbligo, incoraggiante, per consumatori: già agli inizi della mia trentennale raccolta pollinica, per un anno intero, quasi quotidianamente, con un saggio amico apicoltore valdostano, il geom. Ivaldi, abbiamo sperimentato in corpore vili (su noi stessi) se fosse possibile assumere questo tipo di polline conservato in freezer senza effetti negativi collaterali. Siamo ancora.... fortunatamente vivi e vegeti.

Attendo, però, sempre volentieri segnalazioni da altri volontari perché la sperimentazione acquisisca ulteriore valore probante

-Alla documentata non pericolosità ed efficacia di questo tipo di polline hanno partecipato anche regine dei Bombi selvatici che il prof. Aulo Manino dell'Università di Apicoltura Torinese, per studi particolari impollinatori, alleva ogni primavera. Queste sue regine rifiutavano il polline essiccato offerto, gradendo invece il tipo conservato al naturale in freezer. (Apic. Moderno, Agosto' 93)

-Con questa semplice metodologia protettiva da freezer il prodotto conserva, incredibilmente, anche il profumo seduttore pratense dei giorni della raccolta..

- Importantissimo. Il polline invasettato ma non essiccato, immesso in freezer (o frigo zona ghiaccio) va ceduto solo ad acquirenti scrupolosissimi. Se dimenticato in esterno per giorni interi la sua fermentazione raggiungerà un fetore tale che solo la Ruta graveolens, "gravemente puzzona" può competergli. (lat.: olère=puzzare; pecunia non olet= i soldi non odorano; il polline fermentato, purtroppo e per fortuna olfattiva sanitaria, invece sì!).

Simile tipo di assunzione naturale pollinica esige, quindi, che dopo l'uso, ogni volta imprescrittibilmente si riponga il vasetto ben chiuso nel freezer zona ghiaccio

Attorno a questo argomento-essiccatoio ruotano indirettamente alcune affermazioni che a livello operativo sono senz'altro antipolliniche, ricorrenti sempre anche tra i migliori editorialisti. Oggi con voi vorrei sgonfiarle-depressurizzarle una volta per tutte.

Il polline- sentenziano- deve essere essiccato ogni giorno.
Va raccolto ogni sera....

In base ad esperienze pluriennali ritengo al contrario che queste affermazioni possano tranquillamente essere sostituite con altre più flessibili ed ugualmente obiettive. Eccole.

Raccolto ed immesso in un vasetto per miele, (1 kg o 500 grammi), il polline una volta raccolto può essere semplicemente insilato nella zona ghiaccio di un frigo o freezer evitando di ricorrere al citato dispendioso quotidiano consumo di energia ( le 24 ore con i 35 gradi termostatici...)

Solo quando raggiunge la fatidica gloriosa "modestissima" decina di chilogrammi (cioè a fine stagione), soltanto allora il sottoscritto distende tutto il polline del freezer sui pianali dell'essiccatoio per un'unica operazione termica.

(Sottovoce. Anche allora soltanto mezzo pianale, nella stessa operazione, è ufficialmente riservata agli amici che avessero piccole partite da essiccare).

Anche circa la seconda proposizione pure terroristica nei confronti della raccolta pollinica che stabilisce che: " debba essere raccolto ogni sera", voglio con piacere rendere noto il massimo di tolleranza temporale che ho potuto sperimentare senza che il polline ne risentisse. Raccogliere il polline ogni sera è indubbiamente più sicuro, ma può essere ugualmente recuperato sano anche dopo tre giorni di permanenza nel cassetto purchè...
siano state attuate precise difese antipioggia ( vedi Parte Prima e Terza) che si ottengono-come già detto-, quando all'acqua si impedisce materialmente di raggiungere il cassettino del polline: un listello in legno, siliconato- a tutta parete frontale dell'arnia contro infiltrazioni d'acqua dall'alto, inchiodato all'altezza del coprinido, garantisce un aggancio al coperto di una tettoia stagna in plastica che proteggerà ulteriormente il cassetto pollinico. Questa copertura lo difenderà semplicemente anche dalla normale placida rugiada, qualora per forza maggiore si dovesse effettuare l'operazione- inserimento- cassetto la sera precedente o doverlo lasciare sul posto per tre giorni consecutivi.

Il pericolo umidità del polline si combatte anche con il tipo di materiale costruttivo del cassettino stesso

NB. Il fondo in plastica del cassettino, bucherellato, formato rete finissima, addirittura rialzata dal " pavimento" come nel prototipo Lega, che favorisce una utilissima ulteriore possibile aerazione, non crea problemi.

-Questo fondo rete plasticato del cassettino, tra l'altro, risulta facilmente lavabile, si asciuga in breve tempo soprattutto nel caso in cui temporali cicloni sbarazzini impastassero irreparabilmente il polline. La rete fine del cassettino, a zanzariera, diviene pure utile al momento dell'estrazione per un primo scuotimento, setacciamento naturale della "polvere" di molti granelli di polline spappolati. (Questa sfarinatura pollinica potrà essere vuotata in un mezzo bicchiere d'acqua e bevuta; non andrà mai buttata via. Siamo d'accordo?)

Se nei giorni di permanenza del polline all' "esterno" si fossero verificati ripetuti acquazzoni, al momento del prelievo, bisognerà avere l'accortezza di far sostare i cassettini del polline per una decina di minuti in pieno sole sul tetto piatto dell'arnia, meglio ancora sovente sul cofano stesso della macchina per rifrangere meglio anche da sotto rete, calore sufficiente e far evaporare quel po' in più di umidità indebita accumulata

Dopo aver spianato sul fondo del cassettino le "mini piramidi" di polline raccolto, ( mucchietti indicatori di vari preferenziali ingressi delle api) stile materiale in caduta della clessidra, invece di stendere il tutto sul cofano o su ogni arnia, per evitare di schiacciare api ritardatarie che immancabilmente vanno a finire sempre anche sotto la rete del cassettino, si potranno impilare i cassettini stessi alla maniera-stile "croce di sant'Andrea", la nota figura del segnale passaggio a livello incustodito. (Vedi foto------>).

Se il tempo inclemente continuasse e non ci fosse proprio più il sole, una volta raccolti i cassetti proteggendosi con l'ausilio addirittura dell'ombrello, a casa avremo comunque sempre a disposizione l'essiccatoio per sottoporre il polline alla decina di minuti di calore, riunendolo poi a quello naturale stivato nei recipienti di vetro nella zona freezer.

Breviter.

"Si deve prelevare ogni giorno il polline?" R: No! E' possibile farlo dopo tre giorni ma bisognerà esporlo dieci minuti al sole se in quelle ore ci fossero stati grandi acquazzoni....
"
Bisogna essiccare il polline ogni sera?" R: No! Con il freezer anche solo a fine stagione.

I semplici bis-cottifici abbrustolitori.

Come non si deve mai mettere un bimbo nel forno a microonde nemmeno sia pure per pochi secondi al fine nobile di tenerlo asciutto, anche col polline non bisogna scherzare mai con il settore calorico....Andranno decisamente scartati tutti gli essiccatoi tutto fare per verdure ( fagioli..), i bis-cottifici, apparecchi che cuociono il materiale due volte (bis), irrispettosi dei gradi massimali 35° richiesti dell'arnia e con i quali arrostiscono il polline con altri ben superiori.

-Un buon essiccatoio dovrà essere immancabilmente dotato di un impeccabile misuratore termico, di termostato magnetico. Ci andrà pazienza e pratica per saperlo ruotare nella direzione desiderata. Oltre il termostato magnetico anche un termometro normale similare a quello per misurare la febbre corporale umana, in posizione strategica, segnalerà visivamente gli effettivi gradi termici del momento.

-Dato, però, che sovente le Ditte produttrici non lo fanno, questo termometro che sfora all'interno dell'essiccatoio, vicino al primo pianale, dovrà essere assolutamente difeso da eventuali urti, con delle guaine fortemente protettrici. La sua rottura compromette ogni nostra certezza sui dati effettivi concreti del termostato

Il fondo rete del cassetto pigliapolline non dovrà mai avere una componente ferrosa

Ogni apicoltore sa già che fondendo la cera in recipienti di ferro si presenta il pericolo di ossidazioni, reazioni chimiche indesiderate. Solo l'acciaio inossidabile, lo stagno, sono abilitati per una naturale fusione della cera.

(A proposito di possibili reazioni negative, perfino la pappa reale, si raccomanda venga estratta dai cupolini con cucchiaino in legno per non alterare, tramite attrezzature metalliche, la sua tipica acidità. Però! Che raffinatezze da contessa blasonata!)

-A differenza della intelaiatura in legno delle trappole, con precisa intenzionalità, il fondo del cassettino, quindi, se può essere in rete plasticata, mai lo dovrà essere di elementi ferrosi o simili perché, il polline elemento vivo, impregnato ad umidità, dato il supporto reticolare logistico, si presterebbe a processi ossidanti chimici nocivi rendendo decisamente pericoloso il prodotto per il consumatore

Procedure a freddo o termiche.

Pur non usufruendone perché provvisto quasi da sempre di un essiccatoio termico, faccio presente che, sia pure soltanto per sentito dire, mi risulta che deumidificatori ambientali con alcune modifiche per miele vengono utilizzati da alcuni apicoltori anche per disidratare il polline. Per il momento nutro parecchie obbiezioni sulla sua integrale efficienza. Confido però subito che questa metodologia mi affascina d'emblée ritenendo che la sottrazione di umidità con simile tecnica sia decisamente più "soft" rispetto a quella termica, pur se gestita in modo impeccabile.

Deumidificatore , quindi, metodo naturale per polline alternativo a quello delle possibili ustioni termiche caloriche? Durata di questa operazione? Rimango pure in attesa di sperimentazioni.

Essiccazione del polline a raggi infrarossi?

Il decantato non plus ultra sistema a raggi infrarossi suggerito anni fa da Caillat per essiccare il polline, oggi come oggi, si è rivelato discutibile. Col tempo anche il termico verrà messo da parte perché gravemente controindicato?

( In confidenza e con compiaciuto pettegolezzo..) Nel frattempo usate serenamente il vostro attuale essiccatore; non lasciatevi deprimere da coloro che giurano di usufruire di chissà quali metodi naturali senza voler mai renderli pubblici o brevettarli se li ritengono, poi, così rispettosamente biologici... Ci si ricordi, ugualmente, di ascoltare sempre con digestiva ironia anche questi" bourdon", fuchi ronzanti umani. Servirà a ricordare se non altro come sia proprio inveterata l'abitudine verbale di ingrandire volumetricamente i propri organi riproduttori. Questo vezzo al raddoppio non risparmia nessuna categoria: tantomeno quella apicola. Già la natura stessa, però, oltre proporci la piccola Apis mellifera, la Apis Mellifera Mellifera, l' Apis mellifera syriaca, quella ligure piemontese Apis Mellifera ligustica Spinola, la scutellata, la sahariensis, la monticola, la intermissa, l'anatoliaca, la syriaca, la cerana, la nuluensis, la florea, la andreniformis,.. Oltre tutto ciò l'ecosistema (e k o , eco in greco = ambiente) ci ha imbastito e regalato nei secoli anche ufficialmente l'Apis laboriosa e addirittura l'Apis dorsata, l'ape gigante...Come si fa, quindi, tra tante specie -subspecie stupende anche solo per euforia indotta, a non fanfaronare almeno di tanto in tanto anche su altro?

Il polline teme le fonti di calore (è termolabile)

In greco "thermos" vuol dire calore (si pensi alla quotidiana parola termosifoni); labile, in italiano, è sinonimo di fragile; parlare di "tipo psicolabile" significa appunto qualificare uno, debole psicologicamente.

La dicitura "polline termolabile", nel nostro caso, sta a segnalare che davanti a fonti di calore questo elemento si trova proprio indifeso; è fragile, diventa labile; i suoi enzimi ed altro deperiscono alla maniera d'un fiore immesso nel vano d'un forno acceso da un braccio meccanico, sia pure per qualche secondo,. Per la essiccazione del polline occorrono, quindi, precisi tempi e modalità inderogabili.

Essiccare in penombra, all'aria aperta?

Chi vive in zone ad ottimo clima mediterraneo, tipo Isola d'Elba, come il mio amico ottico Sergio Brustolin, su un pianale, ricoperto da reti contro mosche cocchiere vespasiane, in linea teorico- ipotetica, potrebbe stendere il polline appena raccolto all'aria aperta, in penombra per una prima parziale essiccazione, ma data l'ora solitamente tarda del recupero, soprattutto in un clima prealpino come quello piemontese, ciò normalmente diventerebbe problematico per la incombente componente umida della sera.

Essiccare al sole?

Vi ho suggerito in precedenza la malizia di lasciare "momentaneamente" il polline al sole quando fosse rimasto tre giorni nel cassetto...Quella operazione è ovvio che andrà pur sempre anche rapportata a quanto segue...

Il sole oltre regalarci la luce che ci fa vedere, percepire i colori, con il suo apporto calorico, permette al nostro corpo la sintesi della Vitamina D3 antirachitica. E' proprio per questo che va anche incoraggiata l'abitudine a far abbronzare, "annerire" gradatamente la schiena dei nostri piccoli atleti ora magari già adolescenti donatelliani. Però però...
nonostante questi aspetti positivi lo stesso sole dopo aver favorito la maturazione dei frutti, con la medesima luce innesca la degradazione di gran parte del loro patrimonio vitaminico, in specie le vitamine C e B2 per cui, in genere, non è mai consigliabile comperare neppure fette d'angurie già tagliate e rimaste parecchio tempo all'aria libera.

Ancora. Quando abbiamo sulla pelle dei semplici profumi (alcoli), acqua al cloro della piscina, il sole brucerà il tutto ustionandoci sia pure impercettibilmente.

Alla domanda specifica che ci riguarda, se il polline possa essere essiccato a lungo, quanto basta, direttamente, anche se può sembrare popolarmente utile il contrario, va detto, tout-court, che il polline non va mai essiccato al sole. In ambienti esterni, tra l'altro, non si può mai verificare la reale gradazione calorica che facilmente può raggiungere livelli tali da fondere perfino la cera. Con il sole diretto prolungato, il polline va incontro a pericolose degradazioni vitaminiche-aminoacide.

Stop. Alla prossima volta ancora qualcosa circa la igroscopia del polline, la sua capacità di riprendersi il massimo di umidità ambientale se non perfettamente chiuso in recipienti ermetici; pulitura meccanica, manuale, nostra preferenza per il vetro, quali pericoli esistano per la proliferazione della tarma nel polline, assicurandovi sempre nel frattempo che non dimenticherò di farvi avere entro aprile anche tutte le brevi risposte agli interrogativi essenziali già posti: quando le trappole, per quanto tempo, ecc....

- In latino glomus, meris significa gomitolo. Oggi focalizza un aggruppamento di api capaci di mantenere al loro interno un'elevata temperatura.

Per quanto riguarda la possibilità di reperire un essiccatoio ritengo utile segnalare la Ditta Hobby Farm di Biella: Via Milano 139.13900-Biella- Italia Tel:015 28628- Fax 015 28628. Referenza signor Rubatto
Da un suo dèpliant:
Essiccatoio per polline hf 60 Lire - 315 000
Essiccatoio per polline 100 prod Kg 10 Lire 1 100 000
Essiccatoio per polline capacità superiore … a richiesta

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Un essiccatoio di 60 centimetri di altezza e larghezza, 77 di profondità , termostato manuale (quello che io possiedo) in cui ci stanno solo due mielari da "dieci" sovrapposti, costa sul milione circa.
Il termostato digitale costa 150 mila lire in più di quello manuale. Col sistema termico Engel, però, basta anche quello manuale. Non è necessario fissare i decimi di calore. … Quando si chiedono essiccatoi con misure più grandi è saggio farle combaciare con quelle dei mielari stessi ( due o altri due che fungano da contenitori per telai da covata..). Non serve ce ne siano tre. Uno di loro rimarrebbe inutile…

A presto. Auguri di un vostro sempre caldo glomere affettivo con chi vi vuol bene.

Rodolfo Percelsi. Via Po, 83. La Loggia. 10.040.

Tel. fax con preavviso 011 9627976. E-mail adolfope@tin.it